“Venti chilometri all’ora sono una velocità ideale perché le cose che cadono sotto il nostro sguardo possano apparirci insieme concrete e fittizie, materiali e immateriali; venti chilometri orari costituiscono una sorta di durata «aurea» per qualsiasi nostra esperienza turistica avida di plastiche certezze ma anche di archetipi, di cose reali ma anche di tutto quello che sembra nascondersi, e forse effettivamente si nasconde, dietro le cose reali.”
Così diceva Ermanno Rea nel libro “il Po si Racconta”, parlando della mobile lentezza con il quale discenda il Po su una chiatta mercantile, a venti chilometri all’ora appunto.
Chissà cosa direbbe del pedalare a venti km all’ora sull’argine, a dieci metri dal piano della campagna, con lo sguardo che vede tutto dall’alto, unica altura e unico punto di osservazione sopraelevato di una pianura padana piattissima.
Le case, i campi, i campanili scorrono lentamente, laggiù, e nel frattempo il contachilometri annuncia l’arrivo della prossima meta, della prossima città, che dal nulla, dal silenzio dell’argine, dal vuoto della pianura ti arriva incontro quasi sempre all’improvviso. A quel punto bisogna scendere dall’argine, dalla Strada Secondaria per eccellenza, unica Esperienza Esclusiva di questo Gran Viaggione, non vedendo l’ora di ritornarci, a guardare di nuovo le cose dall’alto.
Ah, poi, fra l’altro: sabato mattina si parte.